Slow Medicine in Nefrologia: ecco i risultati del sondaggio! THE TOP FIVE LIST ”DELLE COSE DA NON FARE”

La SIN, come altre Società scientifiche, ha acquisito da tempo la consapevolezza che le risorse non sono infinite e ora vuole farsi promotrice di una politica di limitazione degli sprechi, evitando interventi sanitari inefficaci e inappropriati per mantenere la qualità dell’assistenza.

Uno degli obiettivi della attuale Presidenza della SIN è quello di promuovere tra i Nefrologi una campagna di sensibilizzazione rivolta a migliorare l’esperienza di cura del paziente con nefropatie, riducendo allo stesso tempo il costo pro-capite per la spesa sanitaria.

L’approccio “less is more”, vessillo di una Medicina responsabile, sobria, rispettosa e giusta, in contrapposizione alla medicina difensiva, sembra oggi l’unica via per raggiungere il triplice obiettivo che tutti i sistemi sanitari dovrebbero perseguire: migliorare l’esperienza di cura del paziente, migliorare lo stato di salute delle popolazioni tenendo però presente appropriatezza e costi.

In analogia all’iniziativa CHOOSING WISELY http://www.choosingwisely.org/  promossa negli USA da diverse società scientifiche e da una importante associazione di consumatori, è nata in Italia Slow Medicine che ha lanciato, nel dicembre 2012, il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”: il presupposto è che, come è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili non possa che partire da una assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute e in primo luogo dei medici, in alleanza con pazienti e cittadini.

Vengono individuati esami e trattamenti a rischio di inappropriatezza in Italia, che sempre più dovranno essere oggetto di aperto dialogo nella relazione tra medico e paziente, per facilitare scelte informate e condivise.

Ogni società scientifica specialistica che aderisce al progetto Slow Medicine deve creare  “the Top Five List” delle cose da non fare: una lista di cinque test diagnostici o trattamenti che sono prescritti molto comunemente, che sono costosi, e che possono esporre i pazienti a rischi potenziali o che in ogni caso non apportano benefici sostanziali.

Noi come Consiglio Direttivo SIN abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto e abbiamo voluto condividere con voi tutti le pratiche ed i tests, inerenti aspetti diagnostico-terapeutico di carattere nefrologico, che vanno non consigliati o quanto meno limitati nell’uso.

A questo scopo, per individuare le cinque pratiche a rischio di inappropriatezza è stata creata nell’ambito del consiglio Direttivo della Società Italiana di Nefrologia una commissione specifica diretta da Alessandro Amore che con la collaborazione attiva di tutto il Consiglio Direttivo SIN, particolarmente del dr. Sandro Feriozzi, che ha stilato una lista di 22 pratiche a rischio di inappropriatezza. Queste pratiche sono state messe sul sito web della Società e sottoposte a votazione da parte dei Soci. Le cinque pratiche inappropriate più votate in assoluto, frutto di una votazione democratica di tutti i Soci attivi della Società Italiana di Nefrologia (289 risposte) sono state ritenute i 5 punti focali per la pubblicazione sul sito di Slow Medicine (www.slowmedicine.it)

 

Alessandro Amore
a nome del Consiglio Direttivo della SIN

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